MONACHESIMO
(di Guido Zunino)
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on
il "Monachesimo",
parola che deriva dal greco (monachos=solitario) e che identifica un modo di
vivere una religiosità basata sull'aspetto spirituale della fede con la rinuncia
alle cose terrene, si è inteso tra il IV e l'VIII secolo uno dei
metodi per reimpostare le regole di vita che, dopo il decadimento
dell'Impero Romano e la seguente invasione Longobarda, si erano imbarbarite e si
andavano disperdendo.
Concettualmente il Monachesimo non ha una origine
prettamente cristiana, ma viene applicato agli albori nel nord Africa-orientale
quando alcuni asceti decidevano di abbandonare i villaggi per una vita solitaria
oppure fondavano dei conventi coabitando con altri che avevano le stesse
finalità.
Il Cristianesimo modificherà l'impostazione
originaria del Monachesimo orientale, prettamente contemplativo ed anarchico, in
una più costruttiva ed operativa religiosità in cui si terrà conto della
solidarietà verso i bisognosi.
Le terre circostanti i Monasteri venivano
normalmente coltivate
dai Monaci stessi oppure affidate a coloni che si erano avvicinati
per sicurezza a
queste nuove
Istituzioni sperando in una più certa sopravvivenza alimentare ed a volte in una, anche
se minima, disponibilità di alcuni prodotti della terra da rivendere creando un
limitato benessere.
Già nei primi secoli del Medioevo sorgono diverse
abbazie,
molte prima dell'anno 1000,
autentici fari della religione cristiana, e le più famose sono: Farfa(Lazio),
Montecassino(Lazio), Nonantola(Emilia), Novalesa(Piemonte),
S.Vincenzo al Volturno(Abruzzo). Molti di questi
Monasteri si svincolarono dal controllo dei Conti e dei
Vescovi (vincoli dell'organizzazione carolingia) e circa 1500 di questi
Conventi donarono i propri beni e possedimenti al Papa a cui facevano
riferimento, non solo per la fede ma anche per l'organizzazione strutturale.
Gli Abati dei Monasteri erano frequentemente amministratori più capaci dei
signorotti longobardi, in genere molto primitivi e spesso analfabeti .
Queste Abbadie diventarono così delle entità autonome e nella
maggioranza dei casi facevano riferimento al sistema dell'Ordine Benedettino,
il cui motto dato da San BENEDETTO(480-583) era: "Ora et Labora",
ad iniziare dal 534.
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Alcune di queste abbazie che sopravvissero sia alle
invasioni dei popoli barbari provenienti dall'Europa centrale, che alle incursioni
saracene decisero di fortificarsi come i castelli, aumentando la loro autonomia
e il controllo territoriale degli spazi da loro gestiti ed amministrati.
Questi rafforzamenti porteranno ad una maggiore influenza su di esse dei Signori
locali e dei Vescovi, cosa che creando malcontento nei religiosi porterà nel
909 alla "Regola Cluniacense" in cui si decise di
riportare il controllo diretto dei possedimenti al Priorato, ma sempre sottomesso al Potere
Centrale.
Poi nel 1098, fondato da San ROBERTO di
Molesme(1028-1111), nasce in Francia l'Ordine Cistercense che invece
vuole riaffermare l'autonomia di ogni Convento e propugna la sacralità del
lavoro manuale (come S. Benedetto) in contrapposizione al lusso Cluniacense.
Una delle prime abbazie italiane e la prima in Liguria fondata dai monaci Cistercensi,
provenienti dal monastero di La Fertè in Borgogna,
fu nel 1120 l'Abbazia di Santa Maria alla Croce de "Civitacula"
su una piana alluvionale delle rive del torrente Orba, ed ora comunemente
chiamata
Badia di TIGLIETO.
In questi periodi evolutivi i Monaci, quando a volte non coltivavano direttamente la terra
che possedevano(donata
o assegnata)
ma la davano in affitto a contadini
o laici con voti, avevano nei loro
Monasteri spesso dei
laboratori dove lavoravano il ferro e il cuoio, oppure con "stilo e
tavoletta" trascrivevano o copiavano testi antichi, che avevano
raccolto e conservato, creando delle estese
biblioteche.
Ad esempio nella
Abbazia di MONTECASSINO,
fondata nel 529,
esistevano più di 120.000 opere tra codici ed antichi manoscritti.
Per quanto riguarda Genova, sul finire del V
secolo, vi sono molti monasteri vicino alla città. Ne
sono stati riscontrati a RECCO (la romana Ricina), a
PORTOFINO (Portus Delphini), e al valico della RUTA,
tutti che presumibilmente applicavano il primo MONACHESIMO, quello di tipo
orientale (egizio-turco-assiro) che precedette il MONACHESIMO di tipo
Benedettino. Tracce di monasteri sono state rinvenute
anche a ponente sulle isole di GALLINARA e BERGEGGI ed a levante a
PORTOVENERE e nelle
isole del TINO e del TINETTO.
In Genova città le prime notizie di un Monastero
vengono attribuite, da alcuni studiosi, a San VITTORE e SABINA
(presso la Darsena), costruita dai Vittorini di MARSIGLIA.
Altre chiese molto antiche, di probabile origine monastica, sono i XII
APOSTOLI (ora chiesa di
San SIRO), allora fuori le mura cittadine, e SS. NAZARIO e
CELSO (ora tra S.Maria di Castello e piazza Cavour).
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Come diceva il motto benedettino il lavoro si doveva alternare alla preghiera, e la
trasgressione alla regola era punita severamente, a volte anche con punizioni fisiche
(frustate) e prigione nei casi più gravi.
In una società in cui la fede aveva un valore unico e
fondamentale, tutto ciò che era "diverso" e non comprensibile,
per una forma di autoprotezione, veniva
colpito spesso con accanimento, e non dimentichiamo che la scolarizzazione
era bassissima e praticamente inesistente nel popolo. Nasce in questo periodo
la cosiddetta "Caccia alle Streghe", che con l'impegno
dell'Inquisizione arriverà purtroppo sino alla pena del rogo.
Anche certe deformità o malattie inspiegabili venivano attribuite alle "Forze
del Male" o del "Peccato", così lebbrosi, sordi, zoppi,
omosessuali, epilettici e pazzi venivano guardati con sospetto.
Anche vagabondi, criminali, mendicanti, girovaghi ed attori non erano esenti da
strani pensieri. A volte poi quando il sospetto si
concretizzava, dopo ore di atroci torture all'interno delle prigioni, nella
confessione, tutto spesso si concludeva nelle piazze sulla pira del rogo. E
chi non seguiva le "Regole" sia politiche (Ordine Costituito) che
religiose, poteva essere
esiliato o scomunicato, cioè messo fuori dalla
considerazione sociale
e dalla religione
del gruppo in cui aveva fino ad allora vissuto.
Nonostante questi periodi di incertezza e di forte
insofferenza ed intolleranza alla diversità, questa fu anche un'epoca di forti
ideologie e di grandi vocazioni con importanti santi, come ad esempio San FRANCESCO(1181-1226)
che predicava la povertà (avendo lasciato egli stesso come esempio una sua ricca
precedente posizione sociale), e che con il suo Ordine testimoniò non solo un
ideale ascetico e mistico, ma anche intenti missionari per la diffusione della
religione Cristiana.
Il declino del Monachesimo fu poi segnato dalla Riforma, con la soppressione dei Monasteri nei paesi Protestanti, e la fondazione nella Chiesa Cattolica di nuovi ordini religiosi (es. Gesuiti) in cui si ebbe una più attiva partecipazione alla vita civile ed ecclesiastica. Unica ripresa si ebbe nell'Ottocento dopo la Restaurazione, specie nell'Ordine Benedettino, tuttora fiorente.
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