Piazza  FONTANE  MAROSE
(di Sara Zunino)

 

MAROS
(Secondo una interpretazione di Giulio MISCOSI)

     In base a quanto riportato in una sua opera (G.Miscosi "I quartieri di Genova antica" Ed.Compagnia dei Librai, pagg.108-109) il noto studioso di Genova Giulio MISCOSI attribuisce il toponimo di "Fontane MAROSE" ad una origine molto antica: "MAROS era il nome di una località (Polibio 9) dove Timeo avrebbe spogliato il Tempio di Nettuno... infatti in Tenaro il Divo nettuno ha un Tempio eretto da Pausania,- così scrive il grande geografo HORTELIUS nel 1590".

 POSIDONE (NETTUNO)
- DIO DEL MARE -
(Museo Nazionale di Atene)

     "MAROS sarebbe dunque il nome di una località rimasta tristamente famosa nella storia di quei tempi, per essere stato ivi spogliato il Tempio di Nettuno da un probabile pirata.     Nulla di più facile e naturale che, allo scopo di ricordare il fatto sacrilego, sia di onorare il Dio delle Acque, nelle costruzioni dei templi a Nettuno, probabilmente adornati con fontane si applicasse ai nomi l'aggettivo Maros, oppure che proprio a Genova fosse portata la refurtiva di Maros.      Migliore sarebbe reputarlo da MAURUSY - ossia Fontana dei Mori Focesi di Negroponte Eubea (Niger Dryopes)."
      "Bisogna inoltre ricordare che quando esistevano queste vetustissime fontane, esse facevano parte della zona portuale, poiché il mare giungeva fino alla -piazza del Ferro- e le attuali costruzioni non ne otturavano ancora la vista del mare".

 

MAROSA
(Gruppo statuario  - V VI secolo)

     In un prezioso testo, che risale al V - VI secolo, viene descritto il viaggio di un pellegrino fatto in Terra Santa intitolato "Iter Hierosolimitanum" , e nella nella parte intitolata "Monumenta Paneade" viene anche nominata una statua posta in un diaconimo (sacrestia di una chiesa) presso la città di PANIADE, che rappresentava  l' "Emoroisa " del Vangelo.
     La statua perciò veniva comunemente chiamata dal popolo "Marosa".
     Questo gruppo statuario di notevole pregio, prima di essere spostato nella sacrestia della chiesa, si narra che fosse posizionato in una pubblica piazza e posto sopra ad una importante fontana della città.     E' logico quindi pensare che la fontana originaria fosse chiamata "MAROSA".

 

MAROSE
(Teoria del prof. Alberto MARCENARO - XI secolo)

    Risulta che attorno al 1100 un certo Stea MOU ROUSU (Stefano il Moro Litigioso) coltivava le terre che il marchese SPINOLA gli aveva affittato alle pendici del colle dell'attuale Villetta di Negro.
     Quest'uomo ebbe sei figlie che continuarono la sua opera.     Alcune di loro aprirono un'osteria nelle vicinanze dell'attuale piazza Fontane Marose che venne così chiamata "Ostaia de figge du Mou Rousu" o "de Moe Rouse", da qui MAURUSE o MARUSE.
     Risulta poi anche, da uno scritto del 1138, che a seguito di un duello tra il francese MONTFLEURI' ed il marchese Adalberto SPINOLA, ed essendo rimasto gravemente  ferito quest'ultimo, il marchese fu soccorso e curato fino alla completa guarigione proprio da  Stea MOU ROUSU.

 

MAROSA
(Da Benedictus Van ROSEN - XII secolo)

    Benedictus Van ROSEN era un cavaliere teutonico che nel 1195, giungendo a Genova per andare in Terra Santa, si fermò invece in città e si stabilì nei pressi dell'odierna via Luccoli dove aprì una fabbrica di birra, visto che in quella zona cresceva bene il Luppolo necessario per la bevanda.     Per la produzione era necessaria anche tanta acqua che veniva attinta dalla soprastante "Fonte".
     Da qui deriva quindi l'etimologia di MAROSA derivante dalla contrazione del nome di Benedictus Van ROSEN.

 

AMOROSE
(G. M. CATTANEO - XV  XVI secolo)

     Questa dicitura compare, una prima volta, in un poemetto latino scritto da Giovanni Maria CATTANEO tra il XV e il XVI secolo intitolato "Genua", dove la fonte viene definita con i nomi di: "Fontane AMOROSE" oppure "Fontane d'AMORE".

    Piazza Fontane Amorose
(Da un vecchio lunario a metà '800)
(Tratta da: Roffo/Donato "Guida insolita di Genova - Ed. Newton & Compton)

     E' accertato comunque che la dizione di "Fontane AMOROSE" od anche "Fontana AMATORIA", per intitolare la piazza, venne già introdotta dal celebre umanista e Cancelliere Giacomo BRACELLI nel XV secolo.
     Anche il GIUSTINIANI nel 1407 in un suo scritto così riporta:" alla fine di ottobre un grandissimo diluvio d'acqua gittò a terra la porta di  Fontana Amorosa".
     Anche l'abate GIOLFI, celebre illustratore della Genova del settecento, nei suoi lavori chiama la piazza "Fontane AMOROSE".
    L'intitolazione continuò ininterrottamente per quattro secoli tanto che ancora nel 1868 la targa della piazza indicava: "Piazza Fontane AMOROSE", quando l'archivista Giuseppe BANCHERO, a seguito di  alcune sue ricerche, trovati dei documenti relativi alla famiglia MAROSO (o MOROSO), fece cambiare il toponimo in "Fontane MAROSE" attribuendo il luogo sotto l'influenza della famiglia e quindi legittima titolare della piazza.
     Le lapidi attualmente murate sull'angolo di palazzo Pallavicini tra via Interiano e la piazza, smentiscono però questa interpretazione a favore della famiglia MAROSO, confermando perciò le precedenti attribuzioni, ed anche secondo il parere dell' ALIZIERI, si tornò così alla precedente denominazione di "piazza Fontane MAROSE.

     Altre notizie sulla piazza, sulla sua denominazione e sulla sua storia sono deducibili:  dalla lapide del 1206,  dalla lapide del 1427  e  dalla lapide del 1559.   

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