IL CIBO IN LIGURIA
dalla preistoria all'età romana
 

 

 

 

 

IL  LIBRO:

 

 

 

L' Argomento

   Il volume propone una "storia" dell'alimentazione in Liguria dai primi insediamenti umani fino alla romanizzazione.   Lettura di taglio etno-gastronomico, avvincente come un romanzo, colma un vuoto nella saggistica fin qui prodotta d'altri indirizzi.   Cerca di restituire vividamente, attraveso il dato dell'alimentazione (ricco d'aspetti simbolici), i giorni, le opere i bisogni, ma anche i riti e gli afflati, di uomini vissuti centinaia o migliaia d'anni prima di noi, e pure a noi vicinissimi.
   Nel volume, che traccia una paleogeografia dell'intera Liguria, sono via via approfonditi, anche tramite le fonti letterarie antiche, le aree ed i luoghi liguri più significativi relativamente ai commerci, alla pesca, alla pastorizia, all'agricoltura.   I formaggi che salpavano dal porto di Luni, il frantoio del Varignano e l'export oleario, il moretum "salsa da mortaio" antenata delle attuali, il vino della Tavola Bronzea della val Polcevera.   Albenga "capitale" della resistenza ai Romani così come della piana più fertile della Liguria...   Emerge il ritratto di una terra di difficile attraversamento e accesso, ma compiutamente mediterranea, ieri affascinante quanto oggi, e di un popolo coraggioso che sin dalle origini riconobbe alla natura, ai monti, alle acque una sacertà profonda che commuove l'uomo contemporaneo.
   Conclude - per così dire - il volume una sezione di 10 ricette + il famoso garum, che sono parse per ingredienti  e caratteri organolettici, quanto oggi nella cucina ligure vi sia di più "simile" a quel che - durante le remote età e la  romanizzazione prese in esame - costituiva l'alimentazione dei liguri: machetto, castagnaccio, mes-ciùa, prescinsêua, capra stufata, farinata di ceci, lumache in umido, gattafin, cavolo-rapa e navoni, testaroli.
   L'opera propone, fra le altre, le prefazioni di Paolo Odone, Presidente della Camera di Commercio di Genova, e di Mauro Palumbo, Ordinario di Sociologia
presso l'Università di Genova.   Da segnalare anche l'intervista finale a Lucia Gervasini, eminente archeologa a cui si debbono fondamentali ricerche sia su Luni che sul Varignano.
   Per quanto riguarda la bibliografia generale del volume è sufficiente sottolineare che il  saggio "poggia" su un'ampia messe di studi italiani ed internazionali, circa 500 titoli prodotti da archeologi, antropologi, enogastronomi ed altri eminenti studiosi del settore.          

 Umberto CURTI

 

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