I  POPOLI  LIGURI
(di  Guido  Zunino)

DIODORO SICULO
(Storico Greco-Siceliota del I° secolo avanti Cristo.  Nato ad  AGIRA-Sicilia nel  90 a.C. circa - deceduto  nel 27 a.C. circa)

DIODORO SICULO - busto in bronzo

Visse a Roma nell'età Augustea, e scrisse  in 40 libri (impiegando oltre trenta anni per la loro stesura, mentre compiva numerosi e pericolosi viaggi sia in Europa che in Asia) la "BIBLIOTHECA HISTORICA", importante opera storica universale in forma annalista, senza critica e concatenamento storico, che iniziando l'analisi dalle origini del mondo allora conosciuto e dagli antichi popoli orientali giungeva sino al consolato di CESARE (59 a.C.) e all'inizio della guerra gallica.

     La sua descrizione sul comportamento dei LIGURI è molto positiva, infatti dice:

     "Essendo il loro paese montuoso e pieno di alberi, gli uni di essi impiegano tutto il giorno a tagliar legname, a ciò adoperando forti e pesanti scuri.     Altri che vogliono coltivare la terra, debbono occuparsi in rompere sassi, poiché tanto è arido il suolo che con gli strumenti non si può levare una zolla, che con essa non si levino sassi.     Però quantunque abbiano a lottare con tante sciagure, a forza di ostinato lavoro, superano la natura.     Si danno spesso alla cacciagione, e trovando quantità di selvaggiume, con esso si risarciscono della mancanza di biade.     Essi scorrendo per le loro montagne coperte di neve, ed assuefacendosi poi a praticare i più difficili luoghi delle boscaglie, indurano i loro corpi, e ne fortificano i muscoli mirabilmente.     Alcuni di loro per la carestia dei viveri bevono solo acqua e vivono delle carni di animali selvaggi e domestici."  

"Sono audaci e valenti non solo in guerra, ma anche nelle circostanze difficili della vita che comportano rischi tremendi.     Infatti, quando navigano per commercio nel mar Sardo e nel mar Libico, mettono se stessi in pericolo senza possibilità di aiuto, servendosi di imbarcazioni più semplici di zattere e di attrezzature pochissimo utili per la navigazione, affrontando mirabilmente le situazioni più spaventose causate dalle tempeste, non temendone i gravissimi rischi."

"Per quanto riguarda le donne, esse prendono parte ai lavori di fatica più pesanti indifferentemente accanto agli uomini."

 

 

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