I POPOLI
LIGURI
DIODORO SICULO
Visse a Roma nell'età Augustea, e scrisse
in 40 libri La sua descrizione sul comportamento dei LIGURI è molto positiva, infatti dice: "Essendo il loro paese montuoso e pieno di alberi, gli uni di essi impiegano tutto il giorno a tagliar legname, a ciò adoperando forti e pesanti scuri. Altri che vogliono coltivare la terra, debbono occuparsi in rompere sassi, poiché tanto è arido il suolo che con gli strumenti non si può levare una zolla, che con essa non si levino sassi. Però quantunque abbiano a lottare con tante sciagure, a forza di ostinato lavoro, superano la natura. Si danno spesso alla cacciagione, e trovando quantità di selvaggiume, con esso si risarciscono della mancanza di biade. Essi scorrendo per le loro montagne coperte di neve, ed assuefacendosi poi a praticare i più difficili luoghi delle boscaglie, indurano i loro corpi, e ne fortificano i muscoli mirabilmente. Alcuni di loro per la carestia dei viveri bevono solo acqua e vivono delle carni di animali selvaggi e domestici." "Sono audaci e valenti non solo in guerra, ma anche nelle circostanze difficili della vita che comportano rischi tremendi. Infatti, quando navigano per commercio nel mar Sardo e nel mar Libico, mettono se stessi in pericolo senza possibilità di aiuto, servendosi di imbarcazioni più semplici di zattere e di attrezzature pochissimo utili per la navigazione, affrontando mirabilmente le situazioni più spaventose causate dalle tempeste, non temendone i gravissimi rischi." "Per quanto riguarda le donne, esse prendono parte ai lavori di fatica più pesanti indifferentemente accanto agli uomini."
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