HOMO  ERECTUS
(IN  LIGURIA)
(di Guido Zunino)

' evoluzione umana inizia alcuni milioni di anni fa ed è difficile, in base ai ritrovamenti conosciuti attualmente, datare l'esatto passaggio dai pre-ominidi (scimmie) agli antenati comuni(AUSTRALOPITHECUS) e poi al genere propriamente umano (HOMO).
    La teoria evolutiva attualmente più accreditata
che spiega questa transizione  si riferisce a  grandi eventi geologici a livello planetario che hanno interessato l'emisfero Boreale a partire dal MIOCENE (17.000.000 a.C) e sino al PLIOCENE (2.300.000 a.C.).
   Per la deriva dei continenti  la placca africana venne spinta contro la placca asiatica e contemporaneamente allo spostamento dell'INDIA verso nord, che urtando l' ASIA formerà la catena dell' HIMALAYA, in Africa orientale, dall'urto con la penisola arabica, si formerà l' ALTOPIANO ETIOPICO.
    A seguito di questa nuova situazione il flusso delle correnti umide occidentali che portavano la pioggia  in Africa orientale viene rallentato.   Contemporaneamente il clima cambia diventando più freddo e riducendo ulteriormente le piogge.
    L'accumulo di acqua nei ghiacciai (durante le molte glaciazioni di questo periodo) porterà ad una  maggior aridità di ampie zone e  sommandosi con  una minor quantità di pioggia produrrà una parziale desertificazione portando in alcune parti dell'Africa un cambiamento della vegetazione del territorio.
Cranio di AUSTRALOPITHECUS

Cranio di AUSTRALOPITHECUS

    Ad est dell'altopiano Etiopico inizia quindi a cambiare la vegetazione che da arborea diventa arbustiva trasformando le locali foreste d'alto fusto in savane con pochi alberi distanti tra loro, molta erba e bassi arbusti.
    Questa modifica ambientale costringe, per pura sopravvivenza, alcune delle razze di scimmie arboricole ivi esistenti a non poter più vivere sugli alberi (che iniziano a mancare) e ad adattarsi alla vita nella savana  e nella prateria dove trovano solo rari alberi o bassi arbusti ed erba.
    L'altitudine dell' ALTOPIANO ETIOPICO (da 2.000 ad oltre 4.000 metri s.m.), la depressione della GREAT RIFT VALLEY (una profonda spaccatura che da GIBUTI arriva fino al MALAWI), le pareti scoscese della FOSSA GALLA,  il MAR ROSSO, il MAR ARABICO e l' OCEANO INDIANO dall'altro lato renderanno molto difficile il passaggio delle scimmie da una zona all'altra di quel territorio, diversificandole così nell'evoluzione e costringendo quelle che vivevano nella zona della savana-prateria a vivere a terra, a diventare bipedi in modo permanente per meglio utilizzare gli arti superiori, a diventare carnivori e con una alimentazione più ricca di proteine ad avere più energie e a sviluppare più intuito .
    Il bipedismo porta ad un maggior controllo del territorio perchè raddrizzandosi si estende il campo visivo (in un terreno ora quasi sgombro da alberi) e poi permette con le "mani" di raccogliere frutti e bacche selvatici o di trasportare le prede catturate ai punti di incontro con altri suoi simili coabitanti il territorio.
    Non veloci nei movimenti, privi di corazze protettive, senza artigli o zanne, l'unico modo per sopravvivere (difendersi ed alimentarsi) sarà quello di impugnare con gli arti superiori, come utensili d'aiuto, rami secchi o pietre trovate casualmente sul terreno.
    Molto tempo dopo il passaggio successivo sarà quello di modificare questi utensili rudimentali migliorandoli , ossia strofinandoli sulle rocce ruvide per appuntirli o batterli per scheggiarli e renderli più taglienti.

    Nascerà così l' HOMO HABILIS.

    Qui di seguito, per chiarire meglio la storia dell' origine dell'uomo e la sua evoluzione, sono illustrate due classificazioni che prendono in esame parametri diversi: i ritrovamenti ossei e la capacità, in base ai reperti litici trovati, di produrre utensili.

EVOLUZIONE  DELL'UOMO  SULLA  BASE  DEI  RITROVAMENTI  OSSEI

Nome

Genere

Epoca

Luogo

Ramapithecus Scimmie Antropomorfe 14.000.000/8.000.000 a.c.  Africa - Asia
Australopithecus  Afarensis - Robustus 6.000.000/3.500.000 a.c.  Kromdraai-S.Africa
Orrorin  Tugenensis 6.000.000 a.c.  Baringo-Kenya
Ardipithecus  Ramidus 4.400.000 a.c.  Etiopia
Australopithecus  Africanus - (Lucy) 3.500.000/3.000.000 a.c.  Hadar - Etiopia
Parantropus  Homo Habilis - Ergaster 2.500.000/1.800.000 a.c.  Koobi Fora -Kenya
Arcantropus Homo Erectus 1.800.000/1.500.000 a.c.  LagoTurkana-Kenya
Pitecantropus  Pitecanthropus-Erectus 1.800.000/1.000.000 a.c.  Giava
Uomo di Pechino Homo Erectus 1.800.000/300.000 a.c.  Cina
HomoHeidelbergensis  Homo Erectus 600.000/100.000 a.c.  Asia-Africa-Europa
Uomo di Petralona H. Erectus"Pre-Sapiens" 200.000 a.c. 

Grecia

Uomo di Neanderthal Homo Sapiens 150.000/35.000 a.c.  Neandertal-Germania
Uomo di Florisbad Homo Sapiens 80.000 a.c.  Africa
Uomo di Fontechevale Homo Sapiens Sapiens 80.000 a.c.  Francia
Uomo di Swanscombe Homo Sapiens Sapiens 80.000 a.c.  Inghilterra
Uomo della Rhodesia Homo Sapiens Sapiens 40.000 a.c.  Africa
Uomo di Cro-Magnon Homo Sapiens Sapiens 35.000 a.c.  Cro Magnon - Francia
Uomo attuale Homo Sapiens Sapiens 10.000 a.c.  ---------

 

CLASSIFICAZIONE   SULL'ABILITA'  DI  PRODURRE  UTENSILI / STRUMENTI

Periodo Nome (nazione) Genere Epoca Eta'
Abbevilliano Giava Homo Erectus 650.000 a.c.  Paleolitico Inferiore
Acheuliano Caccia (Spagna) H.Erectus"Pre-Sapiens" 300.000 a.c.  Paleolitico Inferiore
Musteriano Neanderthal (Germ.) Homo Sapiens  100.000 a.c.  Paleolitico Medio
Perigordiano Inf CombeCapelle (Fr) Homo Sapiens Sapiens

35.000 a.c. 

Paleolitico Superiore
Aurignaziano Cro-Magnon (Fr) Homo Sapiens Sapiens 28.000 a.c.  Paleolitico Superiore
Perigordiano Sup Cro-Magnon (Fr) Homo Sapiens Sapiens 25.000 a.c.  Paleolitico Superiore
Solutreano C.Magnon/Combe C. Homo Sapiens Sapiens 18.000 a.c.  Paleolitico Superiore
Maddaleniano Chancelade (Fr) Homo Sapiens Sapiens 14.000 a.c.  Paleolitico Superiore
   ------    ------ Homo Sapiens Sapiens

8.000 a.c. 

Neolitico

 

    L' HOMO ERECTUS si posiziona quindi nella scala dell'evoluzione umana dopo l' HOMO ABILIS (da 2.500.000 a 1.800.000  anni fa) e prima dell' HOMO SAPIENS (200.000/35.000 anni fa).
Diffusione della GLACIAZIONE

Diffusione delle GLACIAZIONI in Europa

    Riguardanti un breve periodo intermedio (300.000 - 200.000 anni fa) si troveranno anche le tracce dell' HOMO ERECTUS "PRE-SAPIENS", che rappresenta l'anello di congiunzione tra le due genealogie.

     I primi ritrovamenti che testimoniano la comparsa dell' HOMO ERECTUS  sono databili a circa 1.800.000 anni fa nell'Africa orientale, da dove si diffonderà successivamente sia in Asia che in Europa con lente migrazioni fino a 90.000 anni fa.
    In Europa la sua diffusione sarà limitata solo alla fascia centro-meridionale corrispondente agli attuali stati di: Spagna, Francia, Germania, Italia, Grecia e Turchia, e databile tra 1.700.000 e 1.200.000 anni fa.    In Italia (più antico sito europeo) resti dell'H.ERECTUS sono stati rinvenuti a PIRRO NORD sopra Foggia con datazione attribuibile tra 1.300.000 e 1.700.000 anni fa.     Il più antico cranio fossile dell' H.E. trovato in ITALIA è stato rinvenuto a CEPRANO (Frosinone), mentre ad ISERNIA (Molise) resti ossei sono stati datati attorno ai 700.000 anni fa.     Ed in Spagna, ad ATAPUERCA, resti umani dell' H.E. sono stati attribuiti a 1.200.000 anni fa.
     La limitazione della diffusione dell' H.E. solo in queste zone sud-europee era dovuta al fatto che questi erano gli unici territori lasciati liberi dalla spessa coltre dei  ghiacci che in quel periodo ricoprivano tutto il nord Europa e metà dell'Asia (glaciazioni di: DONAU, GÜNZ, MINDE, RISS e WÜRM da 3.000.000 a circa 10.000 anni fa).

La situazione geomorfologica della penisola italiana durante l'ultima glaciazione

La penisola italiana durante l'ultimo periodo glaciale

    Durante l' Era Quaternaria (PLEISTOCENE INF. E SUP. - a partire da circa 3.000.000 di anni fa) le glaciazioni nell'emisfero nord divennero molto ampie con spesse coltri di ghiacci.
    Questo avvenne quando la placca sudamericana si saldò con quella nordamericana formando l'istmo di Panama che convoglierà la calda corrente del Golfo verso nord portando aria più umida in zone già fredde (ma prima più asciutte) e producendo le forti nevicate che si stratificheranno in spessori di migliaia di metri di ghiaccio sulle catene montuose  più elevate.

     Premesso questo veniamo ad osservare quello che accadeva alle nostre latitudini, nella nostra penisola.
    Come si può osservare nell'immagine a lato l'estensione dei ghiacciai, durante l'ultima glaciazione, impediva praticamente i facili spostamenti dal centro-nord Europa verso la penisola italiana delle popolazioni di cacciatori/raccoglitori che migravano in cerca di nuovi vitali territori di caccia.
    E' da notare come a causa dell'estensione dei ghiacciai, che trattenevano una grande quantità di acqua sotto forma di ghiaccio, il livello del mar Mediterraneo era molto più basso.
     Infatti metà mar Adriatico era interrato, l'isola d'Elba era collegata all'attuale Toscana e la Corsica era unita alla Sardegna.
     La Sicilia era collegata alla Calabria e tra la Sicilia e l'attuale Tunisia, nella zona dell'isola di Pantelleria, sporgeva una lunga penisola di terra.
     Tutte le coste italiane erano perciò anche molto diverse e più ampie  rispetto alle attuali.
     Le possibili migrazioni verso la penisola italiana avvennero quindi attraverso il nord Adriatico, la Puglia, la Calabria, costeggiando i bordi del mare.
     Alcuni importanti studiosi, suppongono che un altro possibile passaggio in migrazione possa essere avvenuto, con buona probabilità, dal nord Africa, attraverso l'attuale Tunisia, verso la Sicilia.
     Tutte queste popolazioni in migrazione inizieranno a stanziarsi scontrandosi/integrandosi con i precedenti abitanti che, si pensa, già erano posizionati nella penisola italica e che probabilmente erano arrivati con una loro più antica migrazione dall'Africa orientale attraverso l'Asia Minore, il nord Africa e spingendosi prima nella penisola iberica (attraversando lo stretto di Gibilterra interrato), e poi dal sud della Francia verso l'Italia, in epoche molto più antiche.

     A piena dimostrazione di tutto quanto detto, si deve citare che i più antichi reperti sia litici che ossei che sono stati ritrovati in Italia a seguito di vari scavi,  in luoghi anche lontani tra di loro,  e che dimostrano lo stanziamento sul nostro territorio di questi  primi uomini, risalgono a:

  • 1.000.000 Anni     (Homo Erectus)     Ca' Belvedere - Monte Poggiolo(Forlì)
  •    800.000 Anni     (Homo Erectus)     Cebrano - Basso Lazio
  •    730.000 Anni     (Homo Erectus)     Pineta di Isernia
  •    400.000 Anni     (Homo Erectus)     Quinzano - Verona
  •    230.000 Anni     (Homo Erectus-Anteneandertaliano)   Balzi Rossi(Grotta del Principe) - Liguria

 

Cranio dell'HOMO ERECTUS Cranio dell'HOMO SAPIENS-SAPIENS (Uomo Attuale)

Cranio dell'HOMO ERECTUS

Cranio dell'UOMO ATTUALE

    L' HOMO ERECTUS, con un linguaggio fonetico molto limitato(supposizione fatta in base alla forma del cranio), viveva generalmente in piccoli gruppi a livello familiare e produceva utensili, sia litici che lignei molto semplici.
    Queste due condizioni gli renderanno necessario, per la sua sopravvivenza, disporre di grandi territori di caccia.
    La continua competizione con gli animali predatori del territorio da lui utilizzato e la perenne cacciagione necessaria alla sopravvivenza della sua piccola tribù familiare non gli permetterà di sviluppare nè primitive espressioni artistiche, nè forme elementari di socialità con altri  gruppi paralleli. 
    Nella sua espansione verso nord alla ricerca di nuove zone vitali si ambienterà esclusivamente nei ripari naturali (grotte o rocce sporgenti), e circa 400.000 anni fa inizierà a dominare il fuoco.   L'uso del fuoco gli migliorerà le condizioni di vita perchè potrà cuocere la carne per renderla più digeribile, scaldarsi durante la notte e difendersi meglio dagli animali predatori (orsi, tigri, leoni, iene) suoi competitori.

    Per quanto riguarda la Liguria alcuni resti ossei dell' HOMO ERECTUS  sono stati rinvenuti in grotte della riviera di ponente (BALZI ROSSI - Comune di Grimaldi) quindi nelle vicinanze della costa marina, il che fa supporre che la sua dieta potesse comprendere anche il pesce preso direttamente sulla riva del mare, magari dopo una forte mareggiata.
    Il complesso delle grotte dei BALZI ROSSI, che prende il nome dal colore del terreno, rossastro di origine ferrosa, si trova nella Liguria di ponente e vicino all'attuale confine francese.    La non facile accessibilità all'ingresso delle grotte ha permesso la conservazione per così lungo tempo dei resti preservandoli intatti fino ai giorni nostri quando sulla fine dell'800 sono iniziate le esplorazioni in modo sistematico.
    Il sito è posizionato a strapiombo sul mare nel Monte BELLINDA ed è formato da un nutrito complesso di antri, grotte, ripari che abitati per lunghi periodi in epoche antichissime ci forniscono così le prove certe della presenza dell'uomo preistorico.   

    Nella GROTTA DEL PRINCIPE, attualmente la più grande tra le conosciute nei BALZI ROSSI, è stato rinvenuto il più antico resto osseo del complesso.    E' un frammento di osso iliaco destro che dopo una attenta datazione è stato attribuito ad un essere umano ANTENEANDERTALIANO o PRE-SAPIENS  del genere HOMO ERECTUS vissuto in quella grotta 230.000 anni fa.

    Per l'esame degli atri reperti di datazione più recente ritrovati in questo importantissimo complesso di grotte,  si rimanda all'esame dei successivi periodi preistorici.

     

 

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