GARAVENTA
(di Guido Zunino ed Enrico Zanotti)

I  GARAVENTA

     La famiglia GARAVENTA si è sempre dedicata alle opere sociali-educative che aiutassero i ragazzi poveri e disadattati della loro epoca, in cui i governanti si disinteressavano delle famiglie bisognose o disagiate, e dei loro problemi quotidiani, a volte di pura e semplice sopravvivenza.

Lorenzo GARAVENTA

Lorenzo  GARAVENTA (1724 - 1783)

      Il primo fu probabilmente don Lorenzo GARAVENTA , che nato nel 1724 a Calcinara (Uscio-Genova), da una umile famiglia di contadini, fu fatto studiare privatamente presso il Collegio dei Padri Gesuiti di via Balbi a Genova , a cura dei quali venne poi ordinato sacerdote.
     Subito colpito dalla dolorosa situazione di molti bambini che, essendo allora tutte le scuole a pagamento e non potendo le loro famiglie sostenerne le spese, vagavano abbandonati per le strade oziosi ed ignoranti, per poi essere spesso sfruttati dalla malavita, decise di fare qualcosa per aiutare questi ragazzi a riscattarsi in modo concreto e definitivo.
     Nel
1757 appese alla finestra della sua abitazione in piazza Ponticello un cartello con la scritta: "Qui si fa scuola per carità".     L'iniziativa fu rapidamente accolta favorevolmente dalla popolazione ed ebbe subito molti allievi.
     Per sostenere tutte le spese (spesso agli allievi venivano forniti anche dei vestiti e del pane) impiegò tutto il suo patrimonio, compresa la vendita di un terreno che aveva ereditato dai genitori.
     L'intento educativo-sociale fu a questo punto apprezzato dalla gerarchia ecclesiastica che iniziò a patrocinare l'opera di questo giovane sacerdote che poté quindi far sorgere altre
"scuole di carità" in più zone, rette da altri sacerdoti volenterosi.
     Per venticinque anni si dedicò senza posa alla sua missione, finché si ammalò e morì il
13 gennaio 1783, poverissimo.
     Le sue scuole continuarono fino al
1882 quando vennero assorbite dalle scuole municipali istituite dal "Regolamento degli Studi" valido in tutto il Regno Sabaudo.

Nicolò Garaventa con il suo bastone

Nicolò GARAVENTA con il suo celebre quanto innoquo"bastone"

     Altro componente della famiglia e filantropo fu Nicolò GARAVENTA, nato a Uscio (Genova) nel 1848 e deceduto a Genova nel 1917.
     Professore di matematica presso il prestigioso  Regio Ginnasio-Liceo "Andrea Doria" di Genova (allora in salita Mascherona) e presso la nota  "Regia Scuola Tecnica", si appassionerà, nel secolo successivo, agli interessi e agli impegni sociali svolti dallo zio
don Lorenzo.
    Tutto iniziò un giorno in cui stava parlando con alcuni operai quando gli si avvicinò un monello veneto chiedendo l'elemosina e raccontando loro una storia familiare dolorosissima.
    Nicolò, impietosito e preoccupato della sorte di tanti infelici, diventerà  a questo punto, per sua scelta,  educatore e filantropo verso i giovani disadattati della sua epoca, interessandosi ed appassionandosi alla situazione dei tanti ragazzi che incontrava quotidianamente nelle strade genovesi in situazioni critiche (a volte di pura sopravvivenza), purtroppo ignorati dalla legislazione statale dell'epoca, ed anche per evitare che fossero sfruttati dalla delinquenza o persino dagli stessi genitori, decise di dar loro un aiuto concreto e risolutivo e con la sua esperienza di docente e il suo impegno costruttivo, dopo aver abbandonato l'insegnamento nelle scuole genovesi, , si mise all'opera per realizzare il suo nobile intento di riscattare dalla situazione di abbandono quanti più ragazzi poteva.
     La situazione contemporanea non era certo facile, ma con tanta buona volontà, ed andando a "bussare" a tutte le porte  che potevano fornirgli aiuto, concretizzerà alla fine il suo intento educativo-sociale.

Brigantino DAINO prima della trasformazione in 'nave-scuola'

Brigantino  DAINO  prima della trasformazione

Brigantino Daino dopo la trasformazione

Brigantino  DAINO  dopo la trasformazione
(foto di A.Molinari )
(da: Perirano-Garaventa Cazzullo "La Nave Scuola Garaventa....." - Ed De Ferrari - Genova 2004)

Cannoniera S.Veniero

Cannoniera  S. VENIERO
(foto di A.Molinari )
(da: Perirano-Garaventa Cazzullo "La Nave Scuola Garaventa....." - Ed De Ferrari - Genova 2004)

posamine CROTONE appena donato

Posamine CROTONE  prima della trasformazione 

Posamine Crotone dopo l'adattamento a 'nave-scuola'

Posamine CROTONE  dopo la trasformazione 

      Il "Professore", radunati alcuni ragazzi di strada (che all'epoca erano chiamati "batôsi"), allo scopo di toglierli dall'ambiente degradato in cui vivevano, li condusse alla "spianata dell'Acquasola" (uno degli attuali giardini pubblici di Genova) e parlando loro in dialetto genovese stretto (unica lingua che i ragazzi capissero), promise loro un aiuto per potersi staccare dalla situazione in cui erano, a patto che si fossero iscritti e frequentassero la scuola che lui intendeva  fondare.
     Molti di loro aderirono convinti alla sua proposta, che li sollevava da una sorte miserevole e spesso fuori dalla legalità.

     Nicolò realizzò così il primo luogo operativo di recupero: poco più di una capanna costruita con semplici assi di legno e posta nella stessa spianata dell'Aquasola, dove i primi "garaventini", con molto impegno ed entusiasmo, si dedicavano  a semplici e facili lavori, iniziali pratiche per l'apprendimento di un mestiere.
     Il 1 dicembre 1883 nasceva quindi la "Scuola Officina per Discoli",  con i canoni della moralità e religiosità seguendo il motto:"Prevenire e redimere" e dedicata a quei ragazzi emarginati dalla società: figli di famiglie poverissime, di detenuti o di donne di malaffare, spesso orfani o abbandonati, e che fossero però di  età  inferiore ai 16 anni.

     TRAMAIONI scrisse di Lui sul "Successo", descrivendo le sua "battute di caccia", presso i portici dell'Accademia, le calate del porto, ed in tutta la "corte dei miracoli" notturna della Genova dell'epoca:

     "...sciù pe Riväta
     in scïa Chêllia, in Ravecca e Borgosacco
     a sorveggiä chi commette a battusäta
     pe sarvalo d'andâ a vedde ö sô a scacco..."

     "...su per la Rivalta
     nella Chellia, in Ravecca e Borgosacco
     a sorvegliare chi commette monellate
     per salvarlo d'andare a vedere il sole a scacchi..."

     Nel 1892, in occasione della "Esposizione Colombiana",  i giovani recuperati socialmente e reinseriti attivamente nella società civile si contavano già in più di centottanta.

     Per rendere più funzionale la sua opera educativa Nicolò GARAVENTA nel 1893 pensò di trasferire la sua "Scuola di Redenzione e vita" su una imbarcazione, facendo vivere "i Garaventini" come dei veri marinai ed insegnando loro, se analfabeti prima a leggere e scrivere, e poi con lezioni collettive: Italiano, Geografia , Calligrafia, Religione,  Musica, Nuoto e Canotaggio.
     Quindi a seconda delle predisposizioni degli allievi si passava alla ulteriore specificità, indirizzandoli alle sezioni di specializzazione come: "Allievi Macchinisti" o "Mozzi".

     Per realizzare questa sua nuova idea, Nicolò, dopo aver visto in porto un'imbarcazione militare in disuso si interessò e si adoperò presso le varie istituzioni tanto che, dopo varie richieste, la Marina Militare Italiana, nel 1893 gli assegnerà il "Pontone Brigantino DAINO".
     Questa era una vecchia nave non più in uso militare, proveniente dalla Marina Sarda che aveva partecipato alla spedizione contro il Bey di Tripoli e durante la guerra contro l'Austria era stata comandata dal Tenente di Vascello
PERSANO.
     Una volta ottenuta, il Professore la adatterà per poter ospitare così i "suoi" ragazzi, creandovi una scuola di recupero sociale, ribattezzando la nave con il nome di  "
REDENZIONE".
     E tutta l'operazione porterà quindi alla creazione dell'istituzione:: "NAVE OFFICINA REDENZIONE GARAVENTA".

     La nave resterà ancorata all'interno del porto di Genova, alla punta del molo Giano, sino al 1904 quando sarà sostituita dalla "Cannoniera Sebastiano VENIERO", di 52 metri di lunghezza, che precedentemente aveva fatto un lungo servizio nei porti oltre oceano, ed ora non era più in servizio attivo.

Banda musicale Garaventa

La prima oschestrina Garaventa

Rancio squadra di dritta nave Garaventa

Nicolò con la banda musicale "GARAVENTA"
(foto di E. Bolleri )
(da: Perirano-Garaventa Cazzullo "La Nave Scuola Garaventa....." - Ed. De Ferrari - Genova 2004)

Nicolò con la prima orchestrina
(foto di E. Bolleri )
(da: Perirano-Garaventa Cazzullo "La Nave Scuola Garaventa....." - Ed. De Ferrari - Genova 2004)

Nicolò presiede il rancio
(foto di  E. Bolleri )
(da: Perirano-Garaventa Cazzullo "La Nave Scuola Garaventa....." - Ed. De Ferrari - Genova 2004)

     Morto Nicolò GARAVENTA l'opera educativa verrà proseguita, prima dai figli Domingo e Giovanni GARAVENTA (già collaboratori precedentemente), e poi da Carlo PEIRANO, che già fin dal 1939 era stato vice-comandante della nave-scuola.

Busto in bronzo di Nicolò Garaventa

Busto di Nicolò GARAVENTA
(corso A. Saffi - Genova)

        Il 9 febbraio 1941, durante la seconda Guerra Mondiale, un bombardamento  sul porto di Genova, dove la nave era ancorata,  la affondò ed allora gli allievi vennero ospitati provvisoriamente in vari collegi della città.

     Finita la guerra, la Marina Militare concesse un'altra imbarcazione: il "Posamine CROTONE", sul quale nel 1951 riprenderà l'addestramento dei ragazzi secondo l'opera iniziata da  Nicolò GARAVENTA.

     Durante la sua attività, questa istituzione ospiterà ininterrottamente moltissimi "Garaventini" tanto che, dal 1883(anno di fondazione) sino al 1977(quando sarà smantellata), è  stato calcolato che i ragazzi "educati", in totale, sono stati più di dodicimila!

     Su questo esempio, vista la validità dell'opera educativa,  analoghe istituzioni sono poi nate in Italia a: Venezia, Cagliari, Napoli, Anzio.     Ed anche all'estero in: Brasile, Cile, Inghilterra, Olanda e Ucraina.
     Da rilevare anche che nel 1959 questa l'istituzione sarà dichiarata "Ente Morale".

     Quando il 15 dicembre 1977 questo Ente educativo-morale venne prima commissariato e poi chiuso, cessando definitivamente di esistere, tutto il personale educativo ed i ragazzi che erano ancora alloggiati sulla nave furono inseriti sia nell'Istituto Davide Chiossone, che in  varie Comunità-Alloggio e Case-Famiglia organizzate e seguite da alcuni gruppi di volontariato.

 

 

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