I  SANTUARI  DELLA DIOCESI DI  GENOVA

Santuario  N.S. VIRGO POTENS
"A Madonna"

di  Luciano dr. VENZANO
Accademico Esperto Campo Scienze Storiche
(Accademia Archeologica Italiana
)


 

LE  CURIOSITA'

ra le curiosità del Santuario è da indicare il manifesto ivi conservato, che così declama:

 NOI GOVERNATORE COMANDANTE GENERALE DELLA DIVISIONE DI GENOVA

L’uso in considerato dei Solfanelli fosforici sparsi ormai nelle mani di tutti ed in specie degli abitanti delle campagne, che non conoscendone la pericolosa natura li lasciano altresi alla discrezione dei ragazzi, fù già cagione di molti incendi.     S.M. a cui venne dal Ministero dell’interno rappresentata l’importanza di ovviare ad ulteriori consimili disastri e tutelare così anche da questo lato la sicurezza pubblica, si è degnata di approvare la misura statale proposta di proibire lo smercio in pubblico di cotali pirofori.     In dipendenza pertanto dei Sovrani cenni, notifichiamo quanto segue: E’ proibito d’ora in avanti esporre in pubblico, e di portare in qualsiasi modo attorno per vendere, Solfanelli fosforici e pirofori d’ogni specie, e di qualsiasi denominazione. I contravventori all’anzidetto divieto soggiaceranno, oltre al sequestro degli oggetti a quelle misure in via economica che saranno del caso, estensibili all’arresto personale.

GENOVA, dal Palazzo Ducale, 25 agosto 1839 pel Governatore in Congedo Il Tenente Generale Comandante la Divisione, Aiutante di Campo di Sua Maestà Cav. CROTTI di COSTIGLIOLE.

 

     Non mi risulta che tale divieto sia stato abrogato, quindi, ancor oggi, non è consentito accendere fiammiferi in nessun posto della Diocesi.

"Indulgenze" concesse al Santuario dal Sommo Pontefice  PIO VI 
il  14 marzo 1779
(per i giorni: 18 marzo, 30 agosto, 8 settembre)

     Altra curiosità è la conversione di un personaggio famosissimo nell’800: il titolare della cattedra di storia della filosofia dell’Università di Pavia, l’accademico Prof. Cristoforo Bonavino più noto con lo pseudonimo “Ausonio Franchi”, pubblicista e polemista brillante aveva mosso una guerra violenta e astiosa contro tutto e tutti.
     Chiesa, papato, clero furono nel mirino della sua penna, ma non risparmiò il governo, gli uomini di stato, i filosofi: tutti furono bersaglio dei suoi scritti avvelenati.
     Per accentuare la sua separazione dalla Chiesa si iscrisse alla Massoneria lombarda della quale divenne un pezzo grosso. Poi la sua crisi interiore, il suo distacco dal razionalismo, la revisione del suo pensiero.
     Un giorno della tarda estate del 1886, nel santuario di “Virgo PotensAusonio Franchi iniziava il viaggio del suo ritorno a Dio, alla Chiesa, al sacerdozio.
     Per concludere uno scorcio di come ci si comportava un centinaio di anni addietro: 1’11 maggio 1906 in occasione del funerale di una suora del Conservatorio il Rettore, inviò all’Arciprete di Borzoli la nota del decesso per la registrazione.
     Al funerale intervenne don Costa che, giunto dinnanzi al feretro, affermando che spettava a lui benedire la salma, pretendeva che il Rettore gli consegnasse la stola.      Il Rettore non diede peso alla richiesta e iniziò la recita del “De profundis”, interrotta da don Costa che gli strappò di dosso la stola “pronunciando insolenti parole”.
    
Il Rettore, cui premeva evitare discussioni e commenti poco benevoli in un momento come quello di un funerale, preferì non reagire e starsene in silenzio.
     Ma dal modo in cui si sviluppò l’intera vicenda appare evidente che don Costa era l’esecutore delle deliberazioni prese dalla fabbriceria di Borzoli.

Particolare di un "Paliotto" ricamato

     Principiò la solita serie di esposti e controesposti, di ricorsi e controricorsi.
     Per dare un’idea del carteggio intercorso e della sua voluminosità mi limito a segnalare che dal 28 agosto al 30 dicembre 1908 (ossia in 4 mesi) arrivarono in Curia ben tredici fascicoli (ciascuno di una decina di facciate) tra segnalazioni, pareri di esperti, controdeduzioni e attestati attraverso i quali ciascuna delle parti tirava acqua al proprio mulino.
     E per nove anni i ... contendenti andarono avanti con questo ritmo.
Ultimamente sono stati ritrovati documenti i quali attestano che il Santuario era Abazia sotto il titolo di “Madonna di Misericordia” e quindi non legata alla presenza dei Lateranensi.
     La parrocchia è stata aggregata il 4 febbraio di quest’anno, alla basilica di Santa Maria Maggiore in Roma con speciale vincolo, comportante la possibilità di lucrare le indulgenze previste il 18 marzo (festa titolare); 5 agosto; tutte le solennità di Maria; un giorno all’anno su scelta del singolo fedele ogni qual volta vi si reca in pellegrinaggio organizzato.
     E’ l’unico dei tre santuari esistenti sul territorio ad aver ottenuto le indulgenze per le quali era richiesta la riconferma dopo l’Indulgentiarum Doctrina di Paolo VI, ma che nessuno ha più rinnovato.

 

(RITORNA)

 

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