I  SANTUARI  DELLA DIOCESI DI  GENOVA

Eremo di  SANT'ALBERTO

di  Luciano dr. VENZANO
Accademico Esperto Campo Scienze Storiche
(Accademia Archeologica Italiana
)


 

LE  CURIOSITA'

ogicamente il maggior sviluppo del culto si è avuto a Sestri Ponente dove, sino a pochi anni fa, la festa del Santo era il vero centro di interesse religioso della cittadinanza, dopo il Santo Natale e la Pasqua.

Paliotto  con  visione  dell' Eremo  prima  del  1632 - (Manesseno)

Quadri, paliotti, statue e quant’altro sono reperibili nei seguenti luoghi religiosi a Sestri Ponente:
  •  parrocchia Sacra Famiglia e San Giorgio;
  •  parrocchia Santa Maria della Costa;
  •  parrocchia San Giovanni Battista;
  •  parrocchia Nostra Signora Assunta;
  •  parrocchia San Francesco.
     Vi sono poi tre confraternite dedicate al Santo: a Manesseno dove si può vedere un magnifico paliotto dipinto, ed esistono tuttora anche una confraternita a Gallaneto ed un’altra a San Siro di Struppa.

     Quest’ultima è proprietaria di una statua attribuita al Maragliano, contornata da quattro putti e dal lupo con il bambino, appartenenti questi ad altra statua e altro artista.
     E’ ormai estinta una confraternita a Sant’Ilario.
Il culto è vivo ancora a:
  •  San Desiderio di Bavari,
  •  Bussonengo,
  •  Paggi di Carasco,
  •  Costa San Salvatore.
E’oramai estinto a:
  • Grignan (Avignone),
  • Aveyron,
  • Final Pia,
  • Chiale,
  • Tegli,
  • Chiesa di Sant’Agostino in Genova,
  • cappella di Palazzo Ducale,
  • Chiesa (demolita) di San Nazario,
  • Quezzi,
  • Sant’Alberto di Bargagli,
  • Ruta,
  • Capreno.


     Una notizia curiosa è quella inerente alle litanie in dialetto che erano cantate prima che il Visitatore Apostolico Mons. Bossio, ne vietasse l’uso perché in dialetto:

 

Sant'Abertu u vegne de luggiu Sant’Alberto viene di luglio
mi dinae nu me n'ammuggiu io soldi non ne metto da parte
Sant'Abertu u l'è passou Sant’Alberto è passato
mi dinae nu n'ho amuggiou io soldi non ne ho messo da parte
 

     Un altro detto poi viene riportato dalle tradizioni popolari con un’accezione macabra, e associa Sant’Alberto al patrono di Genova e al santo primate:

San Gian Battista u ne vo San Giovanni Battista ne vuole
un in ta so pelissa, uno nella sua pelliccia
Sant’Abertu u ne vo Sant’Alberto ne vuole
un in tu so desertu uno nel suo deserto
San Pe u ne vo San Pietro ne vuole
un cun le uno con lui
 

     Il riferimento è agli annegati, forse frequenti, in un periodo storico in cui la tutela di chi lavorava sul mare era certamente minima.     Essendo naturale arrivare per mare nei giorni di festa dei due patroni e del primo successore di Cristo, in un periodo in cui esistevano poche, malandate e disagevoli strade.
     Ultima curiosità, ultimamente è stata infissa sul Monte Contessa una croce alta metri 5,50, ovvero quanto quella che poi diede origine al  Santuario del Gazzo dirimpetto l’Eremo.

 

(RITORNA)

 

 

 

PAGINA    MENU

INIZIO   ARGOMENTO