IL LIBRO:

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L' Argomento
L’intento di questo libro
è quello di valorizzare la documentazione e di far conoscere i 700 anni di
storia di una Confraternita sopravvissuta per l’impegno di tanti e quasi
sempre anonimi confratelli: la storia dell’Arciconfraternita dell’Assunta
di Pra’ Palmaro.
Le notizie riportate in questo testo sono relative, anno
per anno, agli avvenimenti più importanti di cui ci è giunta notizia
attraverso i numerosi manoscritti custoditi nell’archivio.
Leggendo i
documenti dell’archivio si ricava un’idea di potenza, sia religiosa, sia
politica, ma soprattutto si percepisce il senso di orgoglio di chi
apparteneva all’Arciconfraternita.
I Santi protettori sono ormai ignorati
e di conseguenza se ne è andata l’abitudine di invocarli. Rimane però il
fatto che nell’Arciconfraternita sopravvivono ancora quelle cerimonie che
da secoli si svolgono con riti pressoché immutati, compreso il rispetto
per il “Cristo”.
Il lettore deve essere avvisato che i nomi dei priori
sono estrapolati da scritture di difficile grafia e scritte secondo la
fonetica. Riportando la loro storia ci si accorge, poi, che il governo di
decine di essi appare in questa ricerca solamente perché ne è stato
tramandato il nome legato alla gestione ordinaria degli affari
dell’associazione; è però ingiusto pensare che nulla sia accaduto in
quegli anni.
Il testo riporta gli eventi che ebbero risonanza maggiore e
furono annotati nei registri, mentre purtroppo deve lasciare avvolti nel
buio la storia degli anni in cui la gestione dell’Arciconfraternita non si
è scostata dall’ordinario.
Dopo aver presentato la storia, dò una
descrizione del tempio cioè dell’“oratorio” e delle opere d’arte che vi
sono custodite. Dai verbali dell’Arciconfraternita si intravede l’ordito
spirituale sul quale si è intessuta l’attività anche esteriore dei
confratelli di ieri e di oggi per cui ho ritenuto di riportare
sinteticamente le biografie dei santi venerati indicando come e perché vi
sono queste devozioni.
Una serie di foto documenta l’attività confraternale di quest’ultimo secolo.
Luciano Venzano
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