I SANTUARI DELLA DIOCESI DI GENOVA
Eremo di SANT'ALBERTO
di
Luciano dr. VENZANO
Accademico Esperto Campo Scienze Storiche
(Accademia Archeologica Italiana)
LA STORIA
Cappella della Santissima
Trinità
Grotta dove visse e morì il Santo isulta da un documento notarile che nel
1216
esistesse già la chiesa. Sembra che la proprietà del Santuario sia stata
dell’Abbazia di Sant’Andrea sino al 1284, probabilmente il successivo
proprietario fu la Curia Arcivescovile perché nel 1310 l’Eremo era
locato a terzi. Nel 1365, il Santuario ebbe il suo rettore.
Nel
1435
l’allora Arcivescovo di Genova, Pietro de Georgiis da Pavia elevò
ufficialmente Sant’Alberto a Patrono di Sestri. La chiesa cadde poi in
rovina; iniziò in seguito la costruzione di base dell’attuale Santuario.
Nel 1493 troviamo la prima traslazione di reliquie di cui esista
ufficialmente l’atto notarile.
Agli inizi del secolo XVI, fu posto
dietro l’altar maggiore, il polittico che aveva in origine dimensioni
monumentali e aspetto fastoso. Gli anni successivi sono parchi di
notizie.
Nel 1632, presero possesso i monaci Camaldolesi e iniziò una
nuova fase per il Santuario. Nell’anno 1715 fu dedicato a
San Gottardo
il primo altare di sinistra, quest’aggiunta è dovuta al fatto che avendo
la chiesa soli due altari, necessitava un maggior spazio sacro per le
devozioni di allora.
Nel 1750 il pittore Francesco Narice affrescò i
quattro riquadri; sulla parete alla destra è raffigurato il miracolo del
lupo, mentre in quello seguente si vede il Santo in preghiera mentre
degli angeli apparecchiano la tavola del monastero. Sulla parete opposta
vediamo raffigurato il miracolo della navigazione sul mantello e
l’eremita mentre intercede per un servo nei confronti di un prelato.
Alla fine del XVIII secolo tutti i beni del Santuario furono espropriati
dal Demanio, non vi erano più redditi e il Santuario ricadde in rovina.
Nel 1811 l’ospizio era abitato da due donne; l’anno dopo fu riaperto al
culto il Santuario. Sappiamo che nel 1860 si fecero restauri alla
chiesa; quell’epoca deve essere stata abbastanza florida se nell’aprile
dello stesso anno fu installato un nuovo organo.
Nel 1861 si provvide a
diversi lavoretti di ripristino e due anni dopo si ritoccarono gli
affreschi sulle pareti della Chiesa, ad opera di G.B. Panario e figli.
Nel 1866 interviene una grossa novità, infatti, i decreti Rattazzi
consentivano al Demanio di incamerare tutti i beni ecclesiastici. E’
quindi il Comune di San Giovanni Battista a diventare unico
proprietario.
Nel 1892 la proprietà fu venduta ai Salesiani, ritornando
così nuovamente in possesso del clero, ma solo dopo tre anni diventò custode Don Priolo Elia.
Nel 1894 fu donato al Santuario l’altare marmoreo posto vicino alla
grotta del Santo. Nel 1902 troviamo una richiesta di costruzione per un nuovo
campanile, perché quello vecchio, che era piccolo e sovrastante la canonica,
"fissurava il muro" che stava cedendo; il permesso fu accordato. Due anni dopo si
mise mano alla sistemazione della sacrestia, che assunse le forme attuali.
Nel
1934 fu rifatto il pavimento, inoltre, nello stesso anno si ristrutturava la
facciata e si diede l’avvio ad ampi lavori di restauro all’interno della chiesa.
Sino all’avvento di Don Briata, nel 1958, non si ha nessuna novità se non la bitumazione della strada di accesso, l’impresa riuscì solo sino alla cappella di
Sant’Antonio.
Nel 1961 fu eretta la nuova Parrocchia della Sacra Famiglia e San
Giorgio; il Santuario venne a trovarsi nel suo territorio.
Nel 1967 il Rev. P.
Arturo Piombino inviato, con obbligo di residenza, al Santuario, iniziò i lavori
di ristrutturazione della casa del custode, e degli altri locali delle
attinenze, rinnovò completamente le panche all’interno della chiesa e fece
costruire l’impianto di riscaldamento, mentre il Comune provvedeva a sistemare
la bitumazione sulla parte rimanente della strada di accesso al Santuario.
Nel
1968 si diede maggiore luminosità alla chiesa togliendo il bassorilievo del
Santo dalla facciata e aprendo un rosone, dieci anni dopo la facciata fu
comunque rifatta completamente.
Solo nel 1975 con la forma della donazione, il
Santuario ritornava possessore unico dei beni. Al Santuario erano presenti,
assieme al rettore, altre due persone, due laici che vestivano abiti
ecclesiastici; queste persone curano un allevamento di galline di proporzioni
gigantesche, sistemato nelle vicinanze dell’ex casa del custode.
Nel 1986
diventava Rettore Don Guido Oliveri e Vicerettore Don Felice Traversa, questo
con residenza al Santuario Eremo. Immediatamente si presentò un problema:
ristrutturare canonica e abitazione perché il tempo aveva cagionato diversi
problemi alla struttura.
Nel 1991 fu risistemato l’altare della Vergine. Infine
nello stesso anno, in dicembre, si risistemò l’altare del Crocifisso, posto di
fronte a quello della Madonna, con il restauro del medesimo.
Nel 1992 fu
terminato il riadattamento di un salone situato sotto la canonica, fu sistemato
per accogliere eventuali gruppi che necessitassero di spazi organizzati per
conferenze o altre necessità dello stesso tipo.
Nel successivo periodo si fece il completo restauro
dell’antica cappella delle donne (quando queste dovevano assistere alla Santa
Messa separate dagli uomini) facendolo diventare la Cappella della Trinità, un
gioiello di simbologia teologica che merita da solo la visita al Santuario.
Due cappelline sono state ricavate sia dietro l’altare
della Vergine, sia, più recentemante a lato dell’altar maggiore.
La prima
funziona da Cappela delle Benedizioni, la seconda da Cappella della
Riconciliazione.
In chiesa sono state aggiunte due statue: San Giuseppe e
San Michele, collocate in due piccole nicchie costruite appositamente.
Sempre in
chiesa è stato restaurato l’organo originale consentendo così il suono con i mantici alimentati manualmente o elettricamente.
La cappella dove si trova la grotta e le reliquie di sant’Alberto è stata completamente ristrutturata e finalmente è stato risolto
anche il problema dell’umidità che filtrava, con il ripristino e il risanamento
totale del retroabside sulla parete nord.
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