Via del Molo, S.Marco, la porta Siberia, le mura della Malapaga
(A passeggio con MARCO)
(Testo e disegni di Gianclaudio Baghino)

 

……e ora andiamo Marco, già che siamo qui in zona, e abbiamo visitato la Commenda voglio portarti a vedere la zona della Ripa e del Molo; luoghi molto antichi che risalgono addirittura alle origini della città.  Molo vecchio

icevo dunque, in questa zona del molo i nostri antenati fondarono la “Civitas” e costruirono un castello a difesa del centro abitato sul colle di Sarzano.     Vedi, dove adesso c’è il porto antico, l’Acquario, il Bigo, c’era il primo approdo della città che si chiamava e si chiama tutt’oggi Mandraccio (nome comune peraltro a tutti i primi porti delle città di mare, derivante in epoca romana dal latino Mandracium (recinto per animali).    

Andiamo Marco, ti porto a vedere in piazza Cavour un edificio che la leggenda ci tramanda come costruzione romana risalente a Vipsiano Agrippa (ammiraglio dell’imperatore Augusto).    Tale affermazione deriva dal fatto che durante i lavori della costruzione della sopraelevata negli anni ’60, fu rinvenuta in questo sito una lapide d’epoca romana con inciso appunto il nome di Vipsiano Agrippa.

a costruzione invece, più verosimilmente è medievale, dell’XII° sec. ed è ciò che rimane di un’abitazione civile, probabilmente appartenuta ad un pescatore, poiché la zona allora si trovava proprio a picco sul mare che era ove adesso si trova il mercato del pesce. La Casa del Boia o di Agrippa       I genovesi conoscono questa costruzione come “Casa del Boia”, perché è certo che durante le vicissitudini della città dal XII° al XV° sec. le condanne capitali venivano eseguite proprio qui al molo e quindi la leggenda ci tramanda questo sito come l’alloggio del boia quando veniva chiamato a Genova da “fuori” per fare il suo lavoro.

cco, ora stiamo imboccando via del Molo e questa costruzione che vedi alla tua destra è la chiesa di S.Marco.     La costruzione risale al XIII° sec. ed è intitolata a S.Marco patrono di Venezia ( proprio in questa zona avevano residenza alcune famiglie originarie della Laguna che svolgevano i loro affari e traffici).     Guarda ora, proprio qui di fronte troviamo questo bel palazzotto con questa base fortemente a “scarpa”,  è il vecchio portofranco, dove venivano scaricate le merci in attesa di essere “sdoganate” e poter quindi entrare in città.

ndiamo ora, andiamo verso il mare, laggiù c’è una piazza vedi?     Questa costruzione di stile neoclassico è la parte interna della Porta Siberia; progettata dall’architetto perugino Galeazzo Alessi era l’ingresso a mare alla città.     Al suo esterno la musica cambia, niente colonne ,fregi, triglifi ecc. la costruzione si presenta come una poderosa opera fortificata chiamata a “tenaglia”; due baluardi racchiudono l’accesso alla città e la porta è protetta da feritoie attraverso le quali si poteva colpire gli eventuali nemici che fossero riusciti a sbarcare dal mare.     

a struttura è rappresentativa, infatti, è la classica opera fortificata di passaggio tra le armi da lancio e quelle da fuoco.     Al suo interno la struttura a volta è solida ( doveva resistere ad eventuali “bombe” che l’avessero colpita e i muri molto spessi contenevano le scale che immettevano sul terrazzo ove erano appostati i pezzi d’artiglieria che allora si chiamavano con strani nomi come: falconetti, bombarde,ecc.     Alla nostra sinistra attraverso questa piccola porticina si accede alla batteria della Malapaga, ove erano cannoni di grosso calibro che servivano a colpire le eventuali navi che si fossero spinte troppo vicine a riva.     

na curiosità caro Marco, il nome Malapaga deriva dal fatto che qua vicino a porta Siberia si trovava un’antica torre, ove sino al XVI° sec. venivano rinchiusi coloro che non pagavano i debiti, la cosa curiosa è che i nobili, pur essendo insolventi, avevano la possibilità di entrare in carcere la sera uscire la mattina per stare dietro ai loro affari e addirittura ordinare quello che avrebbero preferito per cena, mentre, i poveracci scontavano senza interruzioni l’intera pena a pane e acqua e alcuni di loro non uscirono proprio più (la storia da che mondo è mondo è sempre la stessa no?).

 

 

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