A CREÛZA DO DIAO
(testo di Guido Zunino)

on sempre i quartieri cittadini hanno mantenuto le loro caratteristiche come ora le vediamo.

     In pieno centro città, tra piazza Corvetto, via Roma e via E.Vernazza, ora zona rispettabile e di pregio, esiste una zona in cui alcuni secoli addietro si preferiva evitare di passare anche di giorno: largo San Giuseppe.

    Nel 1500 chi osava avventurarsi nella zona, raccontava poi di lamenti e gemiti tra i grandi alberi che vi si trovavano, cigolii di catene e visioni di ombre dall'aspetto molto sinistro.

    Legittimo quindi  che i genovesi dell'epoca chiamassero il passaggio "a creûza do diao"(la strada del diavolo), non sapendo come spiegare tali misteriosi fenomeni.

    La spiegazione, si scoprì in seguito, era molto più semplice e decisamente terrestre non avendo nulla di demoniaco.

     Alcune persone di malaffare (agitatori di folle o contrabbandieri) non volendo far notare i loro loschi traffici nella zona e desiderando solitudine e quiete per poter meglio agire indisturbati avevano escogitato con semplici trucchi (catene legate ad animali domestici, lenzuola bianche, trampoli, zucche vuote illuminate e versi gutturali) un buon metodo per tener lontano la gente da quel luogo misterioso.

    Anche quando, passati molti anni, si scoprirono i "misteri" e si spiegò il sopranaturale con azioni molto più terrene, un certo alone di timore rimase per tutta quella zona.

   Non bastarono neppure gli ampliamenti della città del 1700, l'ammodernamento radicale del 1800 e il cambio del nome in "San Giuseppe" per diradare completamente tutte le paure derivanti dalle credenze dei secoli precedenti.

 

 

---oooOooo---

 

 

 

 

PAGINA  MENU

INIZIO  ARGOMENTO