Le Famiglie Nobili Genovesi
(di Guido
Zunino)
uando,
nella storia umana, si passa dai ricordi tramandati per via orale (riservati
perciò solo ad un ambito locale in cui tutti si potevano conoscere) a quelli
riportati in varie forme di scrittura (con riferimenti validi quindi in
territori molto più estesi e lontani), si accentua la necessità di definire
meglio l'identificazione di un individuo con la sua appartenenza ad un preciso
determinato gruppo sociale.
Ecco dunque la necessità e la nascita dei "Lignaggi Parentali" per distinguere ed
identificare singoli individui di cui si devono ricordare o l'esistenza o le gesta, o l'importanza
sociale.
Nasce così il secondo "Nome"
(che sarà poi chiamato "Cognome", e che si aggiungerà al primo: "Nome
di Battesimo") identificante l'individuo, e diversificandolo da altri, in base a
semplici classificazioni:
appartenenza a gruppi famigliari (Es.: De Marini, Di Negro, De Martino);
zone territoriali di provenienza (Es.: Montanari, Pedemonte, Lombardi);
abilità operative acquisite (Es.: Ferrari, Carbone, Pastore, Sarti);
caratteristiche fisico-somatiche (Es.: Basso, Rossi, Peloso, Negri).
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Genova nel XII secolo |
La "Famiglia", in quanto nucleo sociale
di base, acquisterà così una grande importanza e, spesso in mancanza della definizione
di regole di convivenza da parte delle istituzioni civili a causa della loro
discontinuità ed instabilità, fornirà anche quelle che saranno le prime
fondamentali regole di vita comunitaria.
Le prime forme "Cognominali" Genovesi nascono all'epoca
della Prima Crociata attorno al 1100, anche se non mancano
notizie di alcune genealogie derivanti da periodi
molto più antichi.
Il "COGNOME" diventa
quindi, per la storia genovese, il vero BLASONE che comporta onori, prestigio,
potere sia in campo sociale ed economico che politico-amministrativo.
Galera del XII secolo
"I NOBILI di Genova, fra l'altro, si
distinguevano da tutti gli altri patrizi italiani, escluso quelli veneziani, in
quanto potevano, tutti, aspirare alla carica di "DOGE", che era un vero e
proprio sovrano. Quindi potevano giungere ad una carica che
ebbe sempre più connotazioni di regalità, nel contempo la nobiltà genovese,
legata al potere per legge, si sentì consacrata al suo ruolo e ne divenne
prigioniera. Questa nobiltà onnipotente, intoccabile,
sacralizzata, legata allo Stato e a Genova, costrinse buona parte dei
patrizi a vivere, lavorare, morire e sacrificare armonie e felicità familiari
per il governo della città. Nelle leggi di CASALE erano
previste anche multe salate per i patrizi che si fossero rifiutati di ricoprire
le cariche loro affidate.
- (C.CATTANEO
MALLONE - La nobiltà genovese, in Atti del convegno di studi sui ceti dirigenti
-V,Genova 1985 pagg.265 e 393)".
La "Famiglia" ed il "Lignaggio"
diventano anche il metodo più pratico e funzionale per mantenere, tramandare e trasferire la
proprietà e le ricchezze raggiunte, e quindi il "Potere", ad altri
consanguinei nello stesso gruppo famigliare; il "Blasone"
dei Genovesi era quindi anche il cognome che garantendo una continuità proteggeva il
grado sociale raggiunto.
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"in miLLeno BIS centum DECies quoque
seno |
"L'anno 1260 Guglielmo BOCCANEGRA, essendo capitano di questa città, ordinò ch'io fossi fatto, e frate OLIVERIO, uomo divino per acutezza di mente, mi adattò poco dopo, con sollecitudine, com'era stato comandato, all'uso di chi è o sarà in carica [di capitano]." |
Lapide commemorante la fondazione di Palazzo S.Giorgio (Genova 1260), con testa di leone duecentesca, proveniente da Costantinopoli |
Le Famiglie Genovesi più importanti iniziano per consolidare in modo sicuro la loro esistenza e la loro ricchezza formeranno delle prime associazioni sociali chiamati: la COMPAGNA, il COMUNE e la REPUBBLICA.
Poiché la ricchezza delle Famiglie Genovesi derivava solo da attività internazionali di commercio (ricchezza investita poi sul territorio) spesso la disputa e le lotte tra le varie Famiglie per avere l'egemonia e il potere saranno il frutto di alleanze strategiche o il risultato di lotte sanguinose tra le stesse Famiglie.
Altro fattore di autoprotezione delle
singole Famiglie sarà quello di "Consorziarsi" in gruppi di potere
chiamati: ALBERGHI,
controllando così il formarsi e la possibile concorrenza anche economica di nuove Famiglie emergenti, che
saranno definite "Popolari" , mentre le "vecchie" saranno
identificate in: "Nobili"
o "Patrizie".
Rosa dei Venti (XV sec)
Astrolabio (1586)
Genova alla metà del XV secolo
Veduta di Genova - 1561
Genova nel 1571
Mentre le "nuove" famiglie "Popolari"
appartenevano ancora, nella maggioranza dei casi, alla classe mercantile, alla
classe cioè che prevedeva una possibilità di mantenimento della ricchezza
raggiunta, con la vecchia tradizione marinara e commerciale, il potere e
l'autorità di decisioni rimasero in mano ai vecchi "Nobili",
che decisero per una politica di alleanze con stati esteri (specialmente la
SPAGNA) essenzialmente basata sul gioco della finanza.
Da ricordare è Andrea DORIA(Oneglia 1466-Genova 1560)
che fu
Ammiraglio, stratega e uomo politico genovese di grande prestigio e alla sua opera
si devono molte scelte che contribuiranno a rendere Genova una delle capitali
europee dell'epoca.
Nel 1528, ad esempio, rifiutò
l'alleanza con FRANCESCO I di Francia, alleandosi invece con CARLO V
di Spagna e con questa potente alleanza dirigerà la politica genovese per un
trentennio ai massimi livelli, portando ricchezze ed onori alla città.
Di lui si ricordano specialmente l'ASIENTO e gli
ALBERGHI.
L 'ASIENTO , ad esempio, era un patto
firmato appunto nel 1528 tra Andrea DORIA e la monarchia spagnola, in cui l'Ammiraglio
genovese impegnava le sue dodici galere al servizio dell' Imperatore.
Da quel momento la formula degli "Asientos" , per cui si metteva
al servizio della Spagna una flotta di galere in cambio di cospicui pagamenti,
venne utilizzata anche da altri imprenditori genovesi.
Gli ALBERGHI, fu una riforma del 1528, in cui si indicava che i
cittadini più ricchi che possedevano sei o più case originassero un "Albergo".
Questa "Associazione" doveva proteggere la ricchezza ed il potere delle famiglie
più benestanti, infatti, eseguito un censimento di controllo risultarono formati
ben 28 "Alberghi".
Molte furono le esclusioni clamorose come
quelle degli ADORNO e dei FREGOSO che molto avevano dedicato alla
conduzione/governo della città già dal 1400. Ogni anno
potevano essere inseriti 10 uomini di estrazione plebea purché avessero solide
garanzie economiche, definendo così una classe dirigente "Nobiliare per
censo".
La "Nobiltà genovese" prima del 1500 era
una oligarchia molto ristretta, che nei secoli precedenti, aveva intrapreso
coraggiose iniziative sul mare con i commerci marittimi e la gestione delle
colonie genovesi in oriente, ma che era stata sempre divisa da fazioni e
rivalità, spesso in competizione tra di loro.
Dopo il 1500 il comportamento del "Patriziato Genovese"
(cioè le famiglie più benestanti) diventerà sempre più "spagnoleggiante".
Infatti, non giudicando più conveniente investire in galere o imprese
marittimo-commerciali la grande disponibilità di denaro precedentemente
raccolto, e non potendo questo rimanere inutilizzato a lungo nella banche o
nelle casse di risparmio,
sarà investito nella costruzione di imponenti e ricchi palazzi di rappresentanza: residenze belle, solenni, fastose come regge, chiamati "I ROLLI"
(150 edifici inscritti in cinque elenchi o "rolli degli alloggiamenti pubblici"),
che saranno anche usati per ricevere ed ospitare i Re, Ambasciatori e Nobili
stranieri in visita in città, anche perché non esistevano adatti edifici di
proprietà della REPUBBLICA, e l' "onore"
e l' "onere" erano a carico della Famiglia estratta a sorte
utilizzando il sistema dei "bussoli" o "pissidi" in
cui le famiglie patrizie, a seconda della categoria della residenza,
inserivano i biglietti con i propri nomi.
Genova avrà così la fama in Europa di " Città dei Palazzi
". Gli investimenti verranno
rivolti, oltre che alla edilizia di prestigio, anche a tutti quei prodotti e
manufatti dell'attività artistica e artigianale di pregio che completavano
l'arredo di queste fastose dimore: tappeti, arazzi, affreschi, statue, mobili,
argenteria. Questa scelta porterà
lavoro e ricchezza anche al ceto medio degli artigiani, che non più impiegato
nelle imprese marinare, si sarebbe gravemente impoverito creando problemi ad una
vasta parte della cittadinanza genovese.
(Particolare del quadro di J.Massys - Museo Nazionale di Stoccolma)
Circa trecento furono i palazzi o ville costruite in un
secolo: "Si strappa alla selvaggia natura tutto lo spazio
necessario alle abitazioni. Scogli e dirupi diventano
giardini" (E.Poleggi-P.Cervini "Le città nella storia d'Italia-Genova" Ed.
LATERZA, Bari 1981-pag.118).
L'attuale via Garibaldi nasce in questo
periodo come: Via Aurea, diventerà poi Strada Maggiore,
ed infine sarà Strada Nuova. Ai suoi lati
le famiglie genovesi, in competizione tra di loro, faranno a gara a costruire le
loro residenze cittadine più lussuose e rappresentative.
Nello stesso periodo saranno costruite anche importanti
opere pubbliche come le MURA della città di Genova (Cinta del 1500) che
racchiudevano tutta la città, percorrendo le colline circostanti per circa 10
miglia dalla LANTERNA alla FOCE. Furono erette anche grandi
Basiliche come quella dell' ALESSI a Carignano.
Una frase dell'epoca diceva:" L'oro nasceva nelle
Indie, moriva in Spagna, ma veniva sepolto a Genova".
Successivamente, scomparso Andrea DORIA, nel
1576 verranno promulgate le "Leges Novae" che porteranno ad
una perdita di importanza politica degli ALBERGHI, ma che conserveranno
per il complesso politico genovese l'aspetto di un ordinamento esclusivo e
rigidamente aristocratico.
Alcuni genovesi illustri, come Giorgio CENTURIONE
(uomo di governo, diplomatico, politico, ambasciatore genovese a Roma, Ratisbona,
e presso i SAVOIA) si dedicheranno all'attività diplomatica intuendo che
Genova aveva iniziato ormai una inarrestabile decadenza militare era perciò
indispensabile dedicarsi alla diplomazia per restaurare l'antico prestigio della
città.
"La diplomazia genovese era rappresentata da quelle famiglie nobiliari che
consideravano come cosa propria l'amministrazione dello Stato e se ne
tramandavano ereditariamente il diritto. (V.VITALE - "Breviario della storia
di Genova" - Soc.Lig. di Storia Patria, Genova 1955 - pag.251)".
Ed anche:
"Il feudo di Zuccarello era un piccolo ma importante centro strategico e
di transito sulla strada del San Bernardo, dalla piana di Albenga al Piemonte
via Garessio; nel 1622 l'imperatore FERDINANDO I lo vendette a Genova per
220 mila fiorini, ma Carlo Emanuele I di SAVOIA che vide fallito il suo
tentativo di acquistarlo, si vendicò scatenando la guerra del 1625.
Per il possesso di questo feudo molto si adoperò Giorgio CENTURIONE. (G.CASANOVA-
"La Liguria centro occidentale e l'invasione Franco-Piemontese del 1625" Ed.
Erga, Genova 1983 pag.11)".
In epoca più tarda vi saranno poi le Famiglie "Ad
Honorem" , di origine per lo più esterna alla città, nominate dai dominatori
stranieri del momento come: Inviati dei SAVOIA, Marescialli
SPAGNOLI e FRANCESI.
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